venerdì 8 febbraio 2019

Claudio Di Scalzo: A Chiavenna per il 150° anniversario della nascita di Giovanni Bertacchi il 9 febbraio 2019 - Con i dipinti di Aldo Carpi










Claudio Di Scalzo

A CHIAVENNA PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIOVANNI BERTACCHI IL 9 FEBBRAIO 2019 - CON I DIPINTI DI ALDO CARPI

“27 anni dopo la mia partecipazione al Convegno per il cinquantesimo della morte di Giovanni Bertacchi nel 1992, torno a dedicarmi in un evento ufficiale (dopo aver pubblicato in questo lasso di anni su riviste su libri su quotidiani e mensili e molto on line nel weblog: Giovanni Bertacchi Libroweb, la mia interpretazione-racconto illustrata. In alcuni casi servita a laureandi con tesi sul poeta.) alla poesia ed estetica di questo importante poeta della letteratura italiana, oggi, cardine della cultura alpina e lombarda.




Nella scuola in questi anni ho proposto Giovanni Bertacchi come manuale da usare, nel triennio, e nelle quinte, come viatico per comprendere la letteratura regionale ed alpina (sono sostenitore, tra i pochi, del federalismo culturale e letterario); ed anche il turismo e l’attualità contemporanea dei vari linguaggi.

Quest’ultima scommessa è riuscita a metà. Mentre nelle elementari e medie inferiori il lavoro didattico sul poeta è stato ampio, nel superiore è stato molto episodico e sempre concentrato sulle mie classi. Speriamo che, anche a partire da questa celebrazione-ricordo, che proseguirà per tutto il 2019, con un ciclo di conferenze incentrate sulle varie attività del poeta, che la ricezione nelle superiori di Bertacchi possa aumentare.




Il 9 invito tutti i miei conoscenti e volenterosi studenti ad essere presenti. Alla mostra dei dipinti che il pittore ALDO CARPI dedicò all’amico poeta è esposto anche un dipinto di mia proprietà.






mercoledì 3 febbraio 2016

Claudio Di Scalzo: Giovanni Bertacchi al Crotto.



Chiavenna - Pratogiano - All'ingresso del Crotto Bertacchi



Claudio Di Scalzo

GIOVANNI BERTACCHI AL CROTTO

Il poeta giovanni Bertacchi ebbe una lunga consuetudine con il Crotto come luogo ludico di divertimento e narrazione sulla cultura alpina direttamente scambiandosi con i suoi conterranei. Gustando bresaola, piatti di pizzoccheri e buon vino! Il comune di chiavenna omaggiò donandogli un crotto nella prestigiosa zona, unica tra le Alpi, di Pratogiano. Alla sua morte il crotto passò ai discendenti. Che malauguramente negli anni lo lasciarono decadere fino al rudere. Per fortuna negli anni ottanta il dottore Roberto Scaramellini, dedito al poeta ed alla cultura chiavennasca, ha acquistato  e poi ristrutturato il crotto con amore  e cura filologica nella struttura architettonica. Riportandolo agli antichi splendori. Qui conserva anche documenti e rimandi alla poesia bertacchiana. Gentilmente in occasione di eventi Roberto Scaramellini consente visite al Crotto per lettura di poesie bertacchiane o concede uso fotografico del Crotto per conferenze. La mia del 5 febbraio 2016 su Bertacchi al crotto", che terrò al Leonardo da Vinci con l'architetto Roberto Simonazzi e lo storico Guido Scaramellini e Salvatore la Vecchia partirà da qui. 

In seguito su questo weblog, detto Giovanni Bertacchi Libroweb, l'unico in Italia dedicato al poeta ed all'insegnamento del poeta nella scuola e per tesine universitarie, trascriverò la mia breve comunicazione.






domenica 8 febbraio 2015

Il pittore Aldo Carpi per Giovanni Bertacchi. A cura di Claudio Di Scalzo





Claudio Di Scalzo

INDAGINI SULLA FIGURA DI GIOVANNI BERTACCHI

Se lo studio di un autore, di un poeta, di Giovanni Bertacchi può configurarsi come una sorta di "indagine", di "inchiesta", per scoprire i nessi, i legami, anche avventurosi della biografia con l'opera, anche il paratesto, accanto ai testi canonici, diventano importanti, direi fondamentali, impronte necessarie per capire la scena della scrittura creativa. Dunque i ritratti, così come la grafia sulle cartoline alpine con versi sono necessari a strutturare un libro sul poeta, anche un Libro-Web, a divulgarne la presenza nella scuola, a ri-prenderne, in forma di "narrazione" in progress lo studio. E, da fantasma, il poeta Giovanni Bertacchi, Giònanin Bertach per glia mici valligiani, ri-apparire concreto, umano, presente addirittura ad un compleanno per il suo 140° della nascita.  


Aldo carpi - Pittore italiano (Milano 1886 - ivi 1973). Studiò con C. Tallone a Brera, dove poi insegnò (1931-58). Fu in contatto con il futurismo e con il Novecento mantenendo una sua ricerca autonoma, espressa in grandi composizioni religiose, storiche, nei paesaggi e nei ritratti, e in disegni che drammaticamente riflettono le sue esperienze della prima guerra mondiale e della prigionia nei campi di Mauthausen e Gusen. Pubblicò Diario di Gusen (1971).


Aldo Carpi fu amico di Giovanni Bertacchi. E gli dedicò dei ritratti. Uno compare sull'edizione delle sue poesie, curate da Flora e Mazzali  per le Edizioni Mario Gianasso di Sondrio. Un'antologia. L'altro a china e inchiostro e matita verrà presentato al "Buon Compleanno Giovanni Bertacchi che si terrà al "Liceo Leonardo da Vinci" il 9 febbraio alle ore 20,00. Incontro aperto a studenti, ex studenti, chiavennaschi, interessati. all'incontro, racconteranno il poeta, Claudio Di Scalzo, Salvatore La Vecchia, Guido Scaramellini. 



Jorges Louis Borges per Giovanni Bertacchi: A un poeta minore dell'antologia

                       
CDS: "Giòanin Bertàch





                             Jorges Louis Borges

                       A UN POETA MINORE DELL’ANTOLOGIA


                       Dov’è la memoria dei giorni
                       che furon tuoi sulla terra, e intrecciarono
                       gioia e dolore e furono per te l’universo?

                       Il fiume numerabile degli anni
                       li ha dispersi; sei una parola in un indice.

                       Dettero ad altri gloria senza fine gli dèi,
                       iscrizioni ed eserghi, monumenti e diligenti storici;
                       di te sappiamo solo, oscuro amico,
                       che una sera udisti l’usignolo.

                       Tra gli asfodeli dell’ombra, l’ombra tua vana
                       penserà che gli dèi son stati avari.

                       Ma i giorni sono una rete di comuni miserie,
                       e c’è sorte migliore della cenere
                       di cui è fatto l’oblio?

                       Su altri getteranno gli dèi
                       l’inesorabile luce della gloria, che guarda nell’intimo ed enumera ogni crepa
                       della gloria, che finisce col far avvizzire la rosa che venera;
                       con te, fratello, furono pietosi.

                       Nell’estasi d’una sera che non sarà mai notte,
                       tu odi la voce dell’usignolo di Teocrito.





                            Da “El Otro, el Mismo” - “L’Altro, lo Stesso” – 1964

                            Traduzione Francesco Tentori Montalto



          

Giovanni Bertacchi sopra riviste valtellinesi a cura di Claudio Di Scalzo. Elenco







Claudio Di Scalzo

GIOVANNI BERTACCHI NELLE RIVISTE VALTELLINESI
(Tellus e Quaderni Valtellinesi)


Credo sia utile elencare, con una rapida bibliografia, quanto nel corso degli ultimi decenni ho pubblicato su riviste valtellinesi (tutte recuperabili nelle biblioteche valligiane) e in catalogo per Giovanni Bertacchi, per sostenerne la lettura, lo studio, e la declinazione scolastica. Del poeta, al momento, non esistono in libreria le opere: né quelle complete, né antologie. Se il lettore chiavennasco e valtellinese e italiano vogliono conoscere il poeta, oltre al weblog GIOVANNI BERTACCHI LIBRO-WEB, le riviste in calce elencate possono tornare utili. (A breve, per facilitarne la lettura o l'uso per studi universitari o per Unità Didattiche nelle scuole superiori, alcuni dei testi su carta stampata da me curati verranno ripubblicati su questo weblog)


°°°


Claudio Di scalzo partecipa al Convegno su Giovanni Bertacchi per il Cinquantesimo della morte, 1942-1992, e viene presentata la relazione sugli aforismi, inediti, del poeta: "Bertacchi, l’uomo che lavorò da stella a stella”; ora negli “Atti del Convegno di studi, pubblicati dal Comune di Chiavenna nel 1997, a cura di Guido Scaramellini. 


Tellus numero 5, “Idea della Rezia”, maggio-agosto 1991: “Giovanni Bertacchi, un colloquio col portiere di casa Leopardi”, 1927. E nota di Carlo Alberto Madrignani: “Un artista per le vie d’Italia”.

Tellus numero 8, “Perché restiamo in provincia”, dicembre 1992: “Giovanni Bertacchi: Gentile signorina...” (Lettera a Clara Friedmann, poesia “Impeccabil ti spicca il sopracciglio”, foto del poeta e di Clara Friedmann); “Due righi sulla fronte”, racconto di Claudio Di Scalzo dedicato a Giovanni Bertacchi.

Tellus 24-25, “Scritture celesti, poesie in cerca di Dio”, 2003, con “Il sacro del positivista” viene pubblicata un’estesa antologia sul poeta, l’unica ora in libreria, di cinquanta pagine. Da tutte le raccolte bertacchiane vengono scelte poesie che richiamano alla Valchiavenna, ai suoi viaggi, e ai luoghi del sacr.

Tellus 26, “Vite con ribellioni, rinomate e sconosciute”, 2004. Viene presentata un’antologia del “Bertacchi socialista”, con poesie tratte dalla raccolta “Poemetti lirici” del 1898, corredata da foto e dal breve saggio di Guido Scaramellini sulla militanza socialista e antifascista del poeta. “Guido Scaramellini, La ribellione mite del poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi”. Nelle “Notizie sugli autori”, Claudio Di scalzo ricorda la plaquette di Attilio Pandini, Bertacchi tale e quale, pubblicata dalla Societa Operaia di Chiavenna nel 2004. 

Tellus 27, “Dalla Torre pendente alle Alpi, viaggi e altri viaggi”, 2006, vengono pubblicati di Giovanni Bertacchi, sotto il titolo “Un alpino a Viareggio”, gli scritti comparsi sulla rivista “La grande illustrazione d’Italia” nel 1924, su Shelley e il suo tragico destino, e nelle “Notizie biografiche” della rivista viene ripresa la “Prefazione al Libroweb” dedicato a Giovanni Bertacchi comparsa su www.vaol.it e la “lettera al professore di Istanbul” dove il poeta riassume la sua carriera letteraria.

Altri contributi sul poeta Giovanni Bertacchi sono comparsi sulla rivista “Quaderni valtellinesi” e ne presentiamo i rimandi bibliografici.

“Giovanin Bèrtach, ritratto di poeta con e senza date”, è la biografia del poeta che Claudio Di Scalzo ha iniziato a scrivere.

Quaderni Valtellinesi, n. 54, 1995. Claudio Di Scalzo, “Giovanni Bertacchi e il gentile professore di Istambul”; Quaderni Valtellinesi, n. 67, 1998. “Giovanni Bertacchi, notte di Natale”. Claudio Di Scalzo, La genesi della fiaba di Giovanni Bertacchi.

Quaderni Valtellinesi,n. 75, 2000. ( CDS: "Giovanin Bèrtach.Ritratto di poeta con e senza date”. Prima parte.)

Quaderni Valtellinesi, n. 76, 2000. (CDS: “Giovanin Bèrtach. Ritratto di poeta con e senza date”. Seconda parte.); Quaderni Valtellinesi, n.78, 2001. (CDS: “Giovanin Bèrtach. Ritratto di poeta con e senza date”. Terza parte.); Quaderni Valtellinesi,n.79,2001. (CDS: “Giovanin Bèrtach. Ritratto di poeta con e senza date”. Quarta parte.)

Quaderni Valtellinesi, n. 85, 2003. Il Canzoniere delle Alpi illustrato. CDS, Sul Canzoniere di Giovanni Bertacchi edito dal C4 di Chiavenna).






Claudio Di Scalzo: Obiettivi per una Unità Didattica su Giovanni Bertacchi







Claudio Di Scalzo

OBIETTIVI PER UNA UNITÀ DIDATTICA SU GIOVANNI BERTACCHI 

-Sviluppare conoscenze dei generi praticati da Giovanni Bertacchi (poesia, novella in versi, prosa, aforismi, diario, oratoria, relazione di viaggi, riflessione storico-filosofica) collegandoli alle linee della letteratura italiana ed europea; 

-Conoscere la geografia letteraria  nell’opera di Giovanni Bertacchi organizzando un manuale scolastico a lui dedicato;

-Sviluppare interpretazioni e conoscenze sulla condizione storica novecentesca e attuale della cultura alpina di cui Giovanni Bertacchi fu un esponente;


-Nel dialogo Scuola-Comunità-Enti fornire elementi per la diffusione dell’opera di Giovanni Bertacchi in Valtellina-Valchiavenna con il fine di dedicargli un “parco letterario” per i residenti e per i turisti sviluppando di concerto iniziative scolastiche atte a intrecciarsi con attività imprenditoriali e di commercio  e turistiche.



sabato 7 febbraio 2015

Giovanni Bertacchi: Quarant’an de scöla. A cura di Claudio Di Scalzo






Il weblog GIOVANNI BERTACCHI LIBRO-WEB aspira ad un suo particolare “federalismo letterario” e cioè a configurare in progress una sorta di geografia letteraria che può, con le risorse del web, svilupparsi anche con le integrazioni di storici locali, di associazioni di collezionisti, di bibliofili e soprattutto di studenti che nella scuola potranno studiare, e completare anche con traduzioni dal dialetto, le poesie dialettali. Base di partenza la Valtellina e la Valchiavenna. Proponiamo un esempio di questa linea editoriale e manualistica, pubblicando sul web, la prima poesia dialettale di Giovanni Bertacchi. La trasposizione in lingua italiana è stata effettuata dagli studenti della V Ragioneria TAF dell’ITCG-LICEO “Leonardo da Vinci” di Chiavenna in una Unità didattica quest'anno - La poesia è stata ripresa dal volume a cura di Guido Scaramellini: Giovanni Bertacchi, poesie dialettali, Chiavenna, terza edizione 2001. 


Quarant’an de scöla, è la prima poesia in chiavennasco del poeta Giovanni Bertacchi (1869-1942), scritta il 12 agosto 1929, a Moena, in provincia di Trento, dove il poeta, dimesso da poco dalla villa Salute di Solbiate Comasco, si era recato per un periodo di riposo. La poesia uscì con la seguente dedica:«al mè caar Lüiis Mèdici scolaar/ una vòlta, adès compàgn de/ viac sü per al mont Parnaas».



Giovanni Bertacchi

QUARANT’AN DE SCÖLA


Coi setimàn, coi mees, a unt a unt,
quarant’an de scolaar, intorno a mi;
vìscoi, magar, grasòt, negar e biunt,
pasavan: mi restava sempar lì.

Restava lì de mèz a la corént
sempar l istés fra tanto cambiamént,
ma d’an in an un pòo püsee piegaa
coma un salis in l’aqua d’un canaa.

Oh, mè scolaar! De tüta quela pila
de libar vec e de vocabolari
ch’em faa pasà ; de tüc quii tanti mila
pàrol sgranaa coma in un gran rosari,

disii sü, disii sü còsa l ve rèsta
in di cantòn del cöor e de la testa!
Forsi ognintün l ha gnanca ritegnüu
al düu per cent de quel che l ha legiüu.

Ah sì, la vita l’è una grama banca,
dove se vèrsa tüt con gran pasìon;
ma a pòoch a pòoch l capitàl al manca
e l interès al cala in proporziòn.

Di terén fecondaa con tant süduu
ti te catet a pena un früt, un fiuu;
ti te credet de fa bèla figüra
e pö gh’è gnanca un can che se ne cüra.

A meno che tüt quel che se lavora
con pòoch costrüt in l’ombra de sta val
no l vaga de quai paart, lasü desura,
a cambiàs in d’un òltar capitàl;

capitàl infalibil che l nòst cöor,
quant in tèra l sa piü quel l se vöor,
al cerca a vòlt, in di monete d’argènt
d’una banca che früta l cent per cent.



TRADUZIONE DAL DIALETTO CHIAVENNASCO E BREVE PARAFRASI

Con le settimane, con i mesi, uno ad uno, sono passati quarant’anni con scolari attorno a me, vivaci, magri e grassi, neri e biondi, facevano il suo corso: e io restavo sempre li.

Restavo li in mezzo alla corrente, sempre uguale fra tanti cambiamenti, ma di anno in anno sempre un po’ più piegato, come un salice nell’acqua di un canale.

O miei scolari, di tutta quella pila di libri vecchi e di vocabolari che avete studiato, di tutte quelle parole sgranate come in un rosario, ditemi, ditemi cosa vi resta in un angolo del cuore e della testa!

Forse ognuno non ha neanche tenuto il due per cento di quello che ha letto.

Ah si! La vita è una povera banca, dove si versa tutto con gran passione; ma a poco a poco il capitale diminuisce, e l’interesse cala in proporzione.

Dei terreni fecondati con tanto sudore, tu cogli solo un frutto, un fiore; tu credi di fare bella figura, e poi non c’è neanche un cane che se ne cura.

A meno che tutto quello che si produce nell’ombra di questa valle non valga da qualche altra parte, lassù in alto, e si possa cambiare in un altro capitale;

capitale infallibile che il nostro cuore, quando in terra non sa più quel che vuole, cerca in alto, nelle monete d’argento di una banca che frutta il cento per cento.





Scritta da un Bertacchi sessantenne che trova rifugio nel dialetto per affidarsi all’ironia e al sarcasmo, dopo quarant’anni di carriera scolastica: dai piani medio alti della scuola liceale a quelli altissimi dell’università di Padova, elenca il servizio indefesso, la lunga sfilza di studenti, le pile dei libri e dei vocabolari, le lezioni interminabili, per chiedersi cosa rimane di questa maratona didattica. Qualcosa sarà rimasto in qualche angolo del cuore e della mente? Poco, non proprio niente, ma poco sì, dice a se stesso il poeta con candido scetticismo volutamente irridente su se stesso: forse neanche il due per cento, perché da un terreno seminato si può cogliere solo un frutto, un fiore. E poi un velato riferimento autobiografico alla condizione del poeta, su cui il fascismo aveva imposto il silenzio: «credi di far bella figura/ e poi non c’è neanche un cane che se ne cura». Il dubbio sull’efficacia della trasmissione del sapere, molto moderno se non post moderno sentenziato dal poeta, non viene riscattato da un premio nella trascendenza di un mondo latro, come chi cattolico vuol far diventare a forza l’agnostico e socialista Bertacchi un adepto teista, bensì il poeta, con fine ironia, propone un ulteriore dubbio teologico affermando che tutta questa fatica, forse, avrà una ricompensa nell’al di là.
Il Medici, amico e biografo del poeta, volle interpretare lo scetticismo del poeta come propriamente antifascista, e dare alla poesia un valore contestativo del modello gentiliano – il filosofo Gentile fu l’autore della riforma scolastica nel ventennio, riforma per certi versi sopravvissuta anche negli anni della Repubblica –, che tendeva alla nozione, a un sapere calato dall’alto, e poco incline a liberare le coscienze individuali e singolari dello studente.